Il recupero dell’antico: la Fontana del Mascherone

La pratica di recuperare materiale architettonico proveniente da contesti in abbandono ha notevolmente interessato Saepinum, centro che ha vissuto una prolungata e continuativa fase di spoglio degli elementi ritenuti utili alla realizzazione di nuovi contesti di vita. In paese, se si osservano con attenzione le abitazioni moderne, è possibile ritrovare le tracce di reimpiego del materiale sporadico proveniente dalla città romana, trasportato in collina nel corso del tempo. Ilmonumentale bassorilievo di un bellissimo volto virile accoglie quanti giungono a Sepino: esso è stato collocato all’esterno della Porta Orientale del borgo e, nella composizione realizzata con altri materiali di recupero, costituisce il personaggio principale della cosiddetta Fontana del Mascherone. L’uomo dalla folta chioma e riccioluta barba presenta la bocca aperta affinché, originariamente, potesse sgorgare copiosa l’acqua proveniente dal complesso idraulico di cui faceva parte, oggi ignoto. Nell’arte antica, le divinità fluviali sono raffigurate con caratteri umani, la forma dell’acqua diventa corpo o volto, e impersonifica lo spirito della forza idrica che generosa offre il suo getto limpido per dissetare, rigenerare e dare nuovo principio alle cose.